In reality a country as India, is intellectually easy to possess it. Then, certain, we can lose us in the middle of this crowd of four hundred million souls*: but to lose as in a rebus, that can be resolved with the patience. The details are difficult, not the substance.
Pier Paolo Pasolini: L'odore dell'India – 1962
* 1 billion 400 million inhabitants in 2023
There is the India of the old stereotypes, of those who still today tells me: "I don't want to go because I'm afraid of being shocked by the spectacle of misery on the streets." There is the India of new stereotypes, like musical show sparkling and joyful from Bollywood, but the stories in the beautiful mountain landscapes are filmed in Switzerland because in Kashmir there is the martial law. Then there is the real one.
Federico Rampini: L’Età del Caos – 2015
A cacophony of sounds, noises, smells, people wandering at all hours in a collective delirium with apparent indifference between cars, motorbikes, buses, tuc tucs, carts, bicycles, bike rickshaws, cows, monkeys and dogs. Logic is not part of India, this "Calm Chaos", Indian anarchy, precisely photographs today's India: fragile and strong, joyful and painful; exciting and rational. A synthesis of opposing forces that are confronted daily in one of the major economic and military powers in the world. The West has always found itself in great difficulty in trying to interpret Indian reality. For centuries, the orientalist approach has placed the emphasis exclusively on its spirituality and its millenary culture. Today, India is analyzed taking into consideration only the growth rate of its gross domestic product. Both readings are partial and distorted. To try to understand this large and complex country, perhaps we must first consider the irrepressible need for dynamism and hope of social elevation of a large part of its population, a hope that can no longer be frustrated and which is the beginning of a new India that will not necessarily be worse than the previous one. The traditional figures of the "Gurus", who thrive where rates of illiteracy, extreme poverty and desperation are high, will probably be demystified and this does not please many Westerners who, in fact, often still look to India for an alternative to psychoanalysis, the same ones who moralize about the explosion of consumption in the country.
Photos realized in Tamil Nadu, Kerala, Karnataka, West Bengala, Jharkhand, Bihar, Uttar Pradesh, Haryana, Punjab, Madia Pradesh, Maharastra between 2007 and 2023
Caos Calmo
In realtà un paese come l'India, intellettualmente, è facile possederlo. Poi, certo, ci si può smarrire, in mezzo a questa folla di quattrocento milioni di anime*: ma smarrire come un rebus, di cui, con la pazienza, si può venire a capo. Sono difficili i particolari, non la sostanza."
Pier Paolo Pasolini: L'odore dell'India – 1962
* l’ultima stima del 2023 è di 1 miliardo e 400 milioni di abitanti.
C’è l’India dei vetero stereotipi, di chi ancora oggi mi dice: “non ci voglio andare perché ho paura di essere sconvolto dallo spettacolo della miseria per le strade”. C’è l’India dei neo stereotipi come quella scintillante e gioiosa che mostra tutt’altro spettacolo, i musical di Bolliwood. Dove però, guarda caso, le storie ambientate in meravigliosi paesaggi di montagna sono girate in Svizzera perché in Kashmir vige la legge marziale. Poi c’è quella vera.
Federico Rampini: L’Età del Caos – 2015
Una cacofonia di suoni, rumori, odori, persone che a tutte le ore vagano in un delirio collettivo con apparente indifferenza tra auto, moto, bus, tuc tuc, carretti, biciclette, bici-risciò, vacche, scimmie e cani. La logica non fa parte dell’India, questo “Caos Calmo", l’anarchia indiana, fotografa con precisione l'India odierna: fragile e forte, gioiosa e dolente; emozionante e razionale. Una sintesi di forze opposte che quotidianamente si confronta in una delle maggiori potenze economiche e militari al mondo. L’Occidente si è sempre trovato in grande difficoltà nel tentativo di interpretare la realtà indiana. Per secoli, l’approccio orientalista ha posto l’accento esclusivamente sulla sua spiritualità e sulla sua cultura millenaria. Oggi si analizza l’India prendendo in considerazione il solo tasso di crescita del suo prodotto interno lordo. Entrambe le letture sono parziali e distorte. Per cercare di capire questo grande e complesso paese forse si deve considerare innanzitutto la necessità insopprimibile di dinamismo e speranza di elevazione sociale di larga parte della sua popolazione, speranza che non può più essere frustrata e che è l’inizio di una nuova India che non sarà necessariamente peggiore della precedente. Le figure tradizionali dei “Guru”, che prosperano dove sono alti i tassi di analfabetismo, povertà estrema e disperazione, ne usciranno probabilmente demistificate e questo non fa piacere ai molti occidentali che, di fatto, spesse volte ancora cercano in India un’alternativa alla psicanalisi, gli stessi che moraleggiano sull’esplosione dei consumi nel paese.
Fotografie realizzate in Tamil Nadu, Kerala, Karnataka, West Bengala, Jharkhand, Bihar, Uttar Pradesh, Haryana, Punjab, Madia Pradesh, Maharastra tra il 2007 e il 2023
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